Ecco i giorni in cui è possibile incontrarsi per avviare l’attività.

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donLa prima donazione dell’associazione per la nuova casa delle farfalle.

 

Le ragazze della casa delle farfalle ci porgono una riflessione…da vedere

 

13 dicembre 2014 dalle ore 14.30

Centro Culturale Leonardo da Vinci

Piazza Indipendenza, San Donà di Piave 

Il convegno LA FAMIGLIA COME RISORSA NELLA CURA DEI DISTURBI ALIMENTARI si propone come un punto di incontro per le famiglie.
I disturbi del comportamento alimentare sono sempre più presenti nella vita di tutti i giorni e le difficoltà da parte di genitori e insegnanti nel riconoscere e dare il giusto supporto nella cura di questo disagio nascono proprio dalla non conoscenza e dalla sensazione di solitudine nell’affrontarla.
Le testimonianze di famiglie che hanno avuto questa esperienza e il dibattito scientifico e sociale di operatori del settore appare una necessità per una corretta formazione. Un pomeriggio di discussione, quindi, che si propone come la risposta ad un bisogno sempre più crescente da parte di genitori, insegnanti e di tutto il mondo che gravita attorno a queste ‘anime fragili’ di informarsi su come riconoscere ed affrontare il disturbo alimentare.

PROGRAMMA EVENTO

Di seguito il programma:

14.30 15.00 SALUTI DELLE AUTORITA’ PRESIDENTE FENICE Giorgio Mazzarotto SINDACO S.DONA’ Andrea Cereser DIRETTORE GENERALE Ulss10 Carlo Bramezza

15.00-15.30
Riflessione introduttiva su ‘ il ruolo delle famiglie nei percorsi di cura dei disturbi del comportamento alimentare’ del Dott Pierandrea Salvo – Responsabile Centro D.C.A. Ulss10 Veneto Orientale

15.30 16.15
Intervento e dibattito con la testimonianza diretta di famiglie e utenti sui temi: Diagnosi precoce e presa in carico
Continuità terapeutica durante e post ricovero (con il supporto di un referente scolastico)
Coordinato dal giornalista Mauro Zanutto

16.15 17.00
Intervento e dibattito con la testimonianza diretta di famiglie e utenti sui temi: Il post ricovero
Il sostegno alla famiglia. Esperienza del mutuo-aiuto
Ricovero pediatrico nei bambini
Coordinato dal giornalista Mauro Zanutto

17.00 17.15 PAUSA CAFFÈ

17.15 18.00
TAVOLA ROTONDA con la presenza di:
Maria Carla Midena – Direttore Servizi Sociali Ulss10 Veneto Orientale Claudio Beltrame – Direttore Servizi Sociali Ulss12
Michele Maglio – Direttore Servizi Sociali Ulss13 Mirano
Claudio Bearzi – Responsabile Servizio D.C.A. Udine
Stefano Bertomoro – Presidente Coordinamento Nazionale disturbi alimentari

18.00
CONCLUSIONE ASSOCIAZIONE FENICE ONLUS

Interverranno:

Claudio Bearzi
Responsabile Centro D.C.A. Udine

Claudio Beltrame
Direttore Servizi Sociali Ulss12

Stefano Bertomoro
Presidente Coordinamento Nazionale disturbi alimentari

Carlo Bramezza
Direttore Generale Ulss10

Michele Maglio
Direttore Servizi Sociali Ulss13 Mirano

Maria Carla Midena
Direttore Servizi Sociali Ulss10 Veneto Orientale

Pierandrea Salvo
Responsabile Centro D.C.A. Ulss10 Veneto Orientale

Mauro Zanutto Giornalista e addetto stampa Ulss10

 

 

Intervista di Antenna 3 al Dott. Pierandrea Salvo sull’alluvione:

A causa delle piogge che si sono abbattute in tutto il territorio la ‘Casa delle Farfalle’ di Portogruaro, struttura di cura dei disturbi del comportamento alimentare, gestita dall’Usl 10, ha subito grossissimi danni. Il responsabile della struttura Dott. Pierandrea Salvo e le nove ragazze ricoverate hanno assistito impotenti all’acqua che cresceva ora dopo ora, cercando di salvare ciò che poteva essere salvato. Le ragazze ospiti e tutto il personale hanno dovuto abbandonare l’alloggio che risulta tuttora impraticabile.

Ma non finisce qui. Oltre al danno anche la beffa: gli ‘sciacalli’ che cercano sempre di trarre profitto da queste tragedie si sono già attivati, diffondendo false coordinate per le donazioni in favore dell’associazione. Per questo vi chiediamo di prendere solo ed esclusivamente queste coordinate per eseguire le vostre donazioni.

Banca Popolare Friuladria  –  Agenzia di Portogruaro  –  c/c  n.  301294/20
ABI 05336  CAB 36240 CIN X    –    IBAN  IT49X0533636240000030129420
Codice fiscale Associazione Fenice  –  92028740279
Sede: Via Giacosa,2   –  30026  Portogruaro (VE)

 

UN GRAZIE A TUTTI VOI PER OGNI PICCOLO GESTO PER RICOSTRUIRE LA CASA DELLE FARFALLE. NON LASCIAMO AFFOGARE LE NOSTRE FARFALLE!


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LO PSICHIATRA: NON E’ BULLISMO, E’ VIOLENZA​
La vicenda di Napoli non riguarda solo il destino amaro di quattro persone, ma il futuro dei nostri giovani, delle loro relazioni, delle nostre comunità. «Quel che fa più paura è l’indifferenza emotiva in cui maturano fatti del genere» dice subito il dottor Pierandrea Salvo, psichiatra responsabile del Centro di riferimento per la cura e la riabilitazione dei disturbi alimentari della provincia di Venezia. A Portogruaro ha fondato anni fa una struttura che ha fatto da apripista a diversi progetti che, sul territorio, si prendono cura di adolescenti che soffrono di anoressia e bulimia. «Il problema si manifesta sempre quando l’altro è vissuto come scomodo, come diverso. È quello che mi sembra sia accaduto a Vincenzo, il ragazzo di Napoli» osserva Salvo.

Il Garante dell’Infanzia ha detto che siamo andati oltre il bullismo: si tratta di violenza allo stato puro.
È così, è evidente. Ci sono molte tipologie di bullismo legate a pregiudizi corporei, che condizionano l’autostima delle vittime. Qui però siamo arrivati al massimo dell’umiliazione. È un dato preoccupante, così come lo sono tantissimi episodi simili che restano nascosti.

Sta dicendo che questo fatto è solo la punta dell’iceberg?
Ci sono forme di violenza e di prevaricazione diversa nel mondo dei giovanissimi, di cui mai verremo a conoscenza. Tanti ragazzi subiscono in silenzio e poi spariscono dalla vita della comunità, si nascondono in casa, si chiudono in se stessi. In questi casi emergono altri aspetti di disagio. Pensiamo allo stigma che ancora c’è rispetto a chi ha un corpo non canonico, un elemento che spinge spesso all’emarginazione. Ma quel che preoccupa davvero di una storia come questa è un altro aspetto.

Quale?

L’indifferenza emotiva, anzi, l’anestesia emotiva ed etica di chi pratica azioni del genere. È un atteggiamento che riguarda certamente gli autori di questo gesto folle, ma che non risparmia neppure il cosiddetto gruppo dei pari. C’è un’impotenza comunicativa impressionante, che contagia anche il mondo della scuola dove a volte si sviluppano queste dinamiche.

Eppure fare rete tra soggetti diversi per
 prevenire drammi del genere è possibile, come dimostra la vostra esperienza in Veneto…
In questi anni abbiamo spinto molto, come sistema sanitario, sul coinvolgimento dei genitori degli adolescenti, creando diversi gruppi di mutuo aiuto. La disponibilità delle famiglie a ragionare sull’emergenza c’è: i genitori spesso sono determinanti nel chiedere e generare aiuto di fronte a situazioni di disagio dei figli. Terapia e luoghi di ascolto funzionano, sono una risorsa incredibile.

Esistono campanelli d’allarme?

La tendenza all’isolamento, innanzitutto. E poi il silenzio che scende improvvisamente intorno a certe vicende: quando neanche i compagni di classe più vicini segnalano un malessere o un problema, allora prende forma un clima misto di omertà, compiacenza, indifferenza, quando al contrario servirebbe un contesto in grado di alzare le antenne e di prendersi cura di chi ha bisogno.

Cosa può fare il mondo adulto?
Il problema vero riguarda quanti di questi ragazzi riescono a trovare il coraggio di denunciare. Sono ancora troppo pochi e questo succede perché si ha la sensazione che l’adulto non ti tuteli abbastanza. Il passaggio decisivo avviene qui e, quando porta a una presa di consapevolezza dei rischi di sopruso e di prevaricazione da parte dell’adolescente e del genitore, consente anche nella maggioranza dei casi un superamento della fase critica. Perché poi fare rete funziona e i nostri territori, quando vogliono, sanno muoversi insieme per trovare le soluzioni che servono.